Campagne Performance Max: strategie, ottimizzazione, esempi e casi studio
Le campagne Performance Max (PMax) sono campagne automatizzate di Google Ads che usano l’intelligenza artificiale per allocare budget e creatività in modo dinamico su tutti i canali Google. Tu fornisci asset e obiettivi; l’algoritmo combina formati, audience e segnali per massimizzare le conversioni al minor costo possibile.
In questo articolo vedrai come funzionano, come si impostano e quali accorgimenti pratici adottare per ottenere risultati. Troverai errori da non fare, esempi concreti e casi studio, con indicazioni chiare su quando usarle e come ottimizzarle nel tempo.
Cosa sono le campagne Performance Max
Le campagne Performance Max rappresentano una delle innovazioni più importanti introdotte da Google Ads negli ultimi anni. Sono campagne basate sull’intelligenza artificiale, pensate per semplificare la gestione e massimizzare i risultati su più piattaforme Google: dalla rete di ricerca a YouTube, fino a Gmail, Discover, Display e Maps.
Con un’unica impostazione mostri gli annunci su più canali, lasciando che l’algoritmo scelga in tempo reale quale combinazione di messaggi, immagini o video generi più conversioni per ciascun utente.
Google ha lanciato ufficialmente le Performance Max a novembre 2021. Entro la fine del terzo trimestre 2022 hanno sostituito completamente le campagne Smart Shopping e Local, unificando logiche di vendita online e promozione locale in un modello più evoluto.
Da allora, molti professionisti del digital marketing hanno testato PMax, riscontrando vantaggi come scalabilità e semplicità di gestione, insieme a limiti legati a un controllo dei dati meno granulare.
Esempio pratico: se gestisci un e-commerce di cosmetici naturali, una campagna Performance Max può
- mostrare su YouTube un video che illustra una routine skincare,
- intercettare su Ricerca chi cerca “crema viso bio”,
- farti notare su Gmail con un banner coerente con gli interessi dell’utente.
Il sistema combina gli asset e sposta il budget dove è più probabile ottenere conversioni. Nell’articolo approfondiremo impostazione, ottimizzazione e buone pratiche per applicare questo approccio in modo efficace.
Come funzionano le campagne Performance Max
Per capire davvero come funzionano le campagne Performance Max, bisogna pensare a Google come a un regista che, dietro le quinte, coordina una serie di canali pubblicitari diversi per far arrivare il tuo messaggio alla persona giusta, nel momento più adatto.
A te tocca preparare tutti asset creativi (testi, immagini, video, loghi) e definisci l’obiettivo della campagna, Google si occupa del resto, sfruttando machine learning, dati comportamentali e segnali di intenzione per ottimizzare automaticamente la distribuzione degli annunci.
In pratica, la piattaforma analizza migliaia di combinazioni di pubblico, orario, dispositivo e formato pubblicitario, cercando continuamente quella che genera più conversioni al minor costo possibile.
Dove appaiono gli annunci
Uno dei principali punti di forza delle Google Performance Max è la copertura completa dell’intero ecosistema del motore di ricerca. Gli annunci possono apparire in tutti questi spazi:
- Rete di ricerca (Search): quando qualcuno digita query correlate ai tuoi prodotti o servizi.
- Rete Display: in banner grafici su siti e app partner di Google.
- YouTube: prima, durante o dopo i video, sotto forma di video-ads o immagini.
- Discover: nel feed di Google e sull’app mobile.
- Gmail: nella scheda “Promozioni” o “Social”, con annunci che sembrano vere email.
- Google Maps: utile per attività con sedi fisiche, come ristoranti, negozi o studi professionali.
Forse è il caso di fare un altro esempio. Prendiamo un negozio di arredamento. Uno store di questo tipo può farsi trovare da chi cerca “divano in tessuto a Bari” su Search, comparire su YouTube con un video di arredamento d’interni e apparire su Maps a chi è vicino al punto vendita.
Tutto grazie a una sola campagna Performance Max, che adatta automaticamente il formato e la posizione dell’annuncio in base al comportamento dell’utente.
Come Google usa i segnali di audience e il machine learning
Il motore invisibile delle campagne Performance Max è l’intelligenza artificiale di Google, alimentata dal machine learning — un sistema che analizza in tempo reale miliardi di combinazioni di dati per capire chi ha più probabilità di convertire e dove mostrare gli annunci.
In pratica, le Performance Max imparano osservando il comportamento degli utenti e analizzando i risultati delle tue campagne precedenti.
Ogni click, visualizzazione e conversione diventa un segnale che aiuta l’algoritmo a individuare schemi di comportamento e a fare previsioni sempre più precise.
Cosa sono i segnali di audience in una Pmax
I segnali di audience non sono dei “limiti” o dei “filtri”, ma dei suggerimenti che aiutano Google a capire da dove iniziare l’ottimizzazione.
Servono a indicare chi pensi possa essere il tuo pubblico ideale, ma poi sarà l’algoritmo ad ampliare la platea trovando utenti simili.
Puoi inserire diversi tipi di segnali:
- Segmenti di pubblico personalizzati:
utenti che hanno visitato il tuo sito, interagito con i tuoi video o completato un acquisto. Esempio: un e-commerce di cosmetici crea un segmento “clienti che hanno acquistato crema viso negli ultimi 30 giorni”. - Parole chiave di interesse o intenzione:
termini che descrivono ciò che il tuo pubblico cerca online. Esempio: per un centro fitness, potresti inserire parole come “iscrizione palestra”, “allenamento funzionale”, “dimagrire dopo i 40”. - Dati demografici e interessi:
età, sesso, località o aree tematiche (es. “appassionati di cucina”, “genitori di bimbi con età prescolare”). - Elenchi di remarketing:
persone che hanno fatto delle attività sul tuo sito (es. già visitato il tuo sito ma non hanno convertito)
Perchè te lo racconto? Le campagne Performance Max danno il meglio quando partono da basi solide.
Prima di crearne una, è fondamentale analizzare i dati disponibili per capire chi converte davvero, da dove arrivano i risultati migliori e quali segnali di audience fornire a Google. Molti saltano questo passaggio, ma è proprio qui che si gioca la differenza tra una campagna che parte “a tentativi” e una che inizia già con una direzione chiara.
Per questo, prima di configurare una nuova Performance Max, mi occupo personalmente di analizzare i dati e definire i segmenti più promettenti.
Questo mi permette di impostare campagne che non si limitano a “far partire l’algoritmo”, ma che forniscono a Google informazioni di qualità, riducendo i tempi di apprendimento e migliorando fin da subito l’efficienza dell’investimento.
Come il machine learning sfrutta questi segnali
Dopo aver ricevuto i segnali, l’algoritmo inizia una fase di apprendimento attivo.
In questa fase osserva quali utenti interagiscono meglio con i tuoi annunci e quali combinazioni di asset generano risultati più forti.
Da lì, espande progressivamente il target, cercando nuove persone con comportamenti, interessi o abitudini simili a quelle che hanno già convertito.
Il processo è continuo: ogni nuova conversione rende la campagna più “intelligente”. Con il tempo, le Performance Max riescono a ottimizzare automaticamente canali, offerte e messaggi pubblicitari per aumentare il tasso di conversione.
Un negozio online di articoli sportivi imposta come segnale di pubblico “utenti interessati a corsa e trail running”.
Nelle prime settimane, Google mostra gli annunci a chi cerca scarpe da running.
Dopo aver raccolto dati, il sistema inizia a raggiungere anche chi guarda video su “allenamenti in montagna” o “recensioni di zaini da trekking”.
In questo modo, l’algoritmo scopre nuovi potenziali clienti che non avresti mai intercettato manualmente.
Come migliorare i segnali per far “imparare” meglio Google:
- Inizia con dati di qualità.
Se hai già campagne attive o elenchi di remarketing, usali come punto di partenza: più informazioni fornisci, più velocemente l’algoritmo si affina.
Ripartire da dati propri, invece di lasciare che Google sperimenti da zero, fa davvero la differenza nella fase iniziale. - Evita di essere troppo restrittivo.
Caricare un pubblico troppo piccolo o limitato non aiuta.
Google ha bisogno di spazio per esplorare nuovi segmenti e trovare pattern che tu, manualmente, non potresti individuare.
I segnali servono come riferimento iniziale, non come un vincolo rigido: una volta avviata la campagna, l’algoritmo non “usa” direttamente quei pubblici, ma li prende come punto di partenza. - Aggiorna periodicamente i segnali.
Ogni business evolve: cambiano i prodotti, le stagionalità, le promozioni e anche il comportamento del pubblico.
Aggiornare i segmenti e gli interessi in base ai periodi dell’anno aiuta Google a rimanere allineato alle reali esigenze del mercato e a ottimizzare con dati sempre attuali. - Combina segnali diversi.
Il miglior equilibrio è quello tra pubblici di partenza precisi e sufficiente margine per la scoperta automatica.
Offrendo all’algoritmo una varietà di segnali — per esempio un mix di parole chiave, segmenti di remarketing e interessi affini — lo aiuti a comprendere più rapidamente il profilo del cliente ideale.
Tornando all’esempio del negozio di arredamento, una Performance Max con segnali di pubblico basati su:
- chi ha visitato il sito negli ultimi 60 giorni,
- utenti che cercano “mobili in legno massello”,
- interesse per “interior design” su YouTube.
Nel giro di un mese, Google individua un nuovo segmento di utenti, persone che seguono canali di ristrutturazione casa e inizia a mostrare loro video-ads con ottimi risultati. È la dimostrazione pratica di come l’AI non si limita a eseguire ordini, ma impara e ottimizza costantemente per generare più conversioni.
Il ruolo degli obiettivi e delle conversioni
Le campagne Performance Max ruotano completamente attorno agli obiettivi di conversione. Ogni decisione presa dall’algoritmo – dalla scelta del pubblico al posizionamento degli annunci – si basa su un solo principio: aiutarti a raggiungere il risultato che hai indicato come prioritario.
Per questo motivo, definire correttamente cosa significa “conversione” per il tuo business è la base di una campagna efficace.
Cosa si intende per obiettivo nelle Performance Max
Un obiettivo rappresenta l’azione che per te ha valore. Può trattarsi di una vendita online, di una richiesta di preventivo, di una prenotazione, di una chiamata o di una visita in negozio.
È importante tenere presente che non tutte le conversioni hanno lo stesso valore per il tuo business. Una chiamata di pochi secondi, ad esempio, non ha lo stesso peso di una richiesta di preventivo compilata da un cliente realmente interessato, così come un click su “scopri di più” non vale quanto un acquisto completato.
Definire correttamente quali azioni rappresentano vere conversioni aiuta l’algoritmo a concentrarsi su ciò che genera profitto, evitando di disperdere il budget su interazioni superficiali.
Durante la configurazione, Google ti chiederà di scegliere un obiettivo principale e, se necessario, obiettivi secondari da monitorare.
La scelta è cruciale, perché incide direttamente sulla strategia di offerta: in base al tipo di conversione impostata, Google deciderà come partecipare alle aste e dove concentrare il budget.
Strategie di offerta e ottimizzazione basata sulle conversioni
Le Performance Max offrono due modalità principali di gestione automatizzata delle offerte:
Massimizza le conversioni
Google tenta di ottenere il maggior numero possibile di conversioni all’interno del budget impostato. È la scelta ideale nelle prime fasi, quando non hai ancora molti dati storici.
Massimizza il valore di conversione / ROAS target
In questo caso, l’obiettivo non è solo aumentare il numero di conversioni, ma massimizzare il loro valore economico. È la strategia più indicata per gli e-commerce o per chi può attribuire un valore monetario preciso a ogni conversione.
Un approccio efficace consiste nell’iniziare con “Massimizza le conversioni” e passare a “Massimizza il valore di conversione” una volta che la campagna dispone di dati sufficienti per ottimizzare con maggiore precisione.
Come Google utilizza i dati di conversione
Ogni volta che un utente completa un’azione tracciata come conversione, Google analizza una serie di segnali: la query di ricerca ( cosa ha scritto sul motore di ricerca Google per ottenere quel risultato sponsorizzato), il dispositivo che ha usato, l’orario in cui è stata effettuata la ricerca, la posizione geografica, la tipologia di annuncio visualizzato e persino il contenuto consultato prima dell’interazione.
Grazie al machine learning, questi dati vengono incrociati per individuare schemi e comportamenti ricorrenti. Con il tempo, la campagna diventa più precisa nel capire chi ha più probabilità di convertire e su quali canali investire il budget in modo più efficiente.
Capisco sia complesso, per cui torniamo all’esempio: prendiamo uno studio odontoiatrico imposta come obiettivo la richiesta di appuntamento. Obiettivo quindi contatti.
Dopo alcune settimane, Google rileva che la maggior parte delle conversioni arriva da donne tra i 30 e i 45 anni, che cercano “sbiancamento dentale” la sera, tra le 20 e le 23. L’algoritmo inizia quindi a concentrare la distribuzione degli annunci su quel pubblico e in quella fascia oraria, riducendo il costo per acquisizione del 35%.
4 Errori da evitare nella definizione degli obiettivi per una Pmax efficace
Troppe conversioni irrilevanti
Inserire come conversione azioni di poco valore – ad esempio la semplice visualizzazione di una pagina o la permanenza sul sito per pochi secondi – rischia di confondere l’algoritmo.
Google non saprà distinguere tra un’interazione superficiale e un vero segnale d’interesse, disperdendo il budget su utenti poco qualificati.
Troppe conversioni principali
Un altro errore frequente è assegnare la stessa importanza a più azioni.
Se imposti come conversioni principali sia l’acquisto sia la chiamata o l’iscrizione alla newsletter, l’algoritmo non saprà quale azione privilegiare.
È meglio individuare una sola conversione principale ( o poche mirate), quella che rappresenta il risultato di maggior valore per la tua attività, e impostare le altre come conversioni secondarie. In questo modo Google ottimizzerà la campagna concentrandosi su ciò che conta davvero.
Assenza di tracciamento corretto
Un tag di conversione configurato in modo errato può compromettere tutta la strategia.
Se i dati che arrivano a Google non riflettono la realtà, l’algoritmo ottimizzerà verso obiettivi sbagliati e le prestazioni peggioreranno.
Vale la pena dedicare tempo al set-up iniziale per assicurarsi che ogni conversione sia tracciata in modo preciso.
Cambi frequenti di obiettivi
Ogni volta che modifichi un obiettivo principale, la campagna entra in una nuova fase di apprendimento.
Di conseguenza, l’algoritmo deve ricominciare a raccogliere dati, perdendo l’efficacia ottenuta fino a quel momento.
Meglio pianificare gli obiettivi in modo stabile e lasciare che la campagna lavori per almeno due o tre settimane prima di trarre conclusioni.
Il punto chiave
Le campagne Performance Max raggiungono il massimo potenziale solo quando l’algoritmo dispone di dati di conversione accurati e coerenti.
Più gli obiettivi sono chiari, realistici e misurabili, più Google sarà in grado di individuare le persone giuste, ottimizzare le offerte e investire il budget su azioni realmente redditizie per il tuo business.
Le campagne Performance Max possono dare risultati eccellenti quando vengono adattate al contesto locale e supportate da un’analisi accurata.
Ogni settore e ogni città hanno comportamenti d’acquisto e stagionalità diversi: per questo, prima di impostare una campagna, dedico sempre tempo a studiare i dati e a definire i segnali di audience più efficaci.
I tre esempi che seguono mostrano come un approccio strategico basato su dati reali e ottimizzazione continua può trasformare una campagna in un investimento concreto.
Casi studio Google Pmax
Hotel in zona Verona
Settore: turismo e ospitalità
Obiettivo: aumentare le prenotazioni dirette sul sito e ridurre la dipendenza dai portali OTA.
Punto di partenza: una struttura 4 stelle con spa in provincia di Verona, con buon traffico organico ma poche prenotazioni dirette.
Prima di avviare la Performance Max, ho analizzato i dati di Google Ads, Analytics e Google Business Profile per individuare i mercati più redditizi (Lombardia, Emilia-Romagna, Austria).
In base a questa analisi, ho definito segnali di pubblico legati a ricerche come “weekend romantico Verona” o “hotel con spa in Veneto”, insieme ai visitatori che avevano interagito con la pagina “Camere e Offerte”.
Gli asset pubblicitari mostravano la struttura in modo autentico, con video brevi e testi che mettevano in evidenza i vantaggi della prenotazione diretta: colazione inclusa e check-out flessibile.
Risultati dopo 60 giorni:
+39% di prenotazioni dirette dal sito, -28% di commissioni alle OTA e CPA inferiore del 22%.
L’approccio strategico e l’uso mirato dei segnali di audience hanno permesso di intercettare un pubblico più propenso alla prenotazione, migliorando il ritorno sugli investimenti.
Agenzia immobiliare a Padova
Settore: agenzia immobiliare
Obiettivo: generare contatti qualificati per immobili in vendita nella provincia di Padova.
Punto di partenza: agenzia con campagne Search attive ma lead poco qualificati e costi in crescita.
Prima di lanciare la Performance Max, ho analizzato i dati storici dei lead per identificare i segmenti più promettenti.
Ho poi configurato la campagna con segnali di pubblico legati a ricerche come “villetta bifamiliare Padova”, “appartamento in vendita Prato della Valle”, “casa con giardino Albignasego”, includendo anche utenti simili a chi aveva già compilato un modulo di contatto.
Gli asset visivi mostravano ambienti reali e headline orientate al desiderio (“Vivi Padova da casa tua”), con descrizioni sintetiche e call to action dirette. La campagna è stata impostata con obiettivo “richiesta di contatto” e strategia “massimizza conversioni”.
Risultati dopo 60 giorni:
+50% di richieste di visita qualificata, -32% di costo per lead e maggiore qualità dei contatti generati.
Il risultato è stato possibile grazie a un’analisi iniziale mirata e a un monitoraggio costante delle conversioni, che mi hanno permesso di ottimizzare progressivamente la campagna verso i segmenti più redditizi.
Esempio pratico per campagne Google ads
Ristorante a Torino
Settore: ristorazione
Obiettivo: aumentare le prenotazioni per la cena e promuovere il nuovo menù stagionale.
Punto di partenza: ristorante nel centro di Torino con ottime recensioni ma poca visibilità digitale.
Prima di attivare la campagna, ho analizzato i dati di Google My Business e il comportamento degli utenti locali.
Da lì ho individuato i segmenti di pubblico più rilevanti: persone che cercavano “ristorante di pesce Torino centro”, “miglior aperitivo in città” o “ristorante romantico Piemonte”, oltre a utenti che avevano visitato la pagina “Prenota un tavolo”.
Gli asset pubblicitari sono stati progettati per valorizzare la personalità del locale: immagini reali dei piatti, testi focalizzati sull’esperienza e non sul prezzo, e campagne integrate con le estensioni di località e le chiamate dirette.
Risultati dopo 45 giorni:
+58% di prenotazioni online, +36% di richieste telefoniche e un costo per acquisizione inferiore del 25%.
La campagna ha raggiunto questi risultati grazie a una pianificazione accurata dei segnali e a un lavoro costante di analisi e ottimizzazione che gestisco personalmente.
Consiglio le Pmax a tutti? Facciamo due riflessioni insieme
Le campagne Performance Max non sono una scorciatoia: sono uno strumento potente, ma solo se guidato da una strategia chiara.
Google può ottimizzare gli annunci, ma serve qualcuno che sappia indirizzare l’algoritmo con dati di qualità e obiettivi ben definiti.
È questa la vera differenza tra una campagna che “gira” e una che porta risultati concreti.
Nel mio lavoro, ogni Performance Max parte da un’analisi approfondita: studio il pubblico, le conversioni e i segnali che davvero contano per il business.
Solo dopo questa fase, costruisco la campagna intorno a obiettivi misurabili, così che ogni euro speso vada nella direzione giusta.
Che tu gestisca un hotel, un ristorante o un’agenzia immobiliare, la logica è la stessa: dare a Google le informazioni giuste perché impari a trovare i clienti giusti.
E questo succede solo quando c’è una strategia pensata su misura, non un’impostazione standard.
Se vuoi capire come impostare o migliorare le tue campagne Performance Max, possiamo analizzarle insieme e individuare cosa serve davvero per farle rendere di più.
A volte basta una revisione strategica per trasformare una campagna in un investimento che inizia finalmente a dare risultati.
👉 Richiedi un’analisi personalizzata delle tue campagne Google Ads e scopri come far lavorare l’automazione di Google a vantaggio del tuo business.
Quando affidarsi a un consulente Google Ads
Gestire una campagna Google Ads non significa semplicemente impostare un budget e scegliere qualche parola chiave.
L’ecosistema pubblicitario di Google oggi è complesso, basato su automazioni, segnali di audience e strategie di offerta che cambiano di continuo.
Le Performance Max, in particolare, richiedono una conoscenza approfondita del funzionamento dell’algoritmo e una lettura attenta dei dati.
Affidarsi a un consulente Google Ads diventa utile proprio in queste situazioni: quando vuoi evitare sprechi di budget, capire se le tue campagne stanno davvero lavorando bene o farle evolvere da un’impostazione “generica” a una strategia su misura.
Un consulente esperto sa tradurre gli obiettivi di business in impostazioni tecniche concrete, collegando il linguaggio dell’impresa con quello della piattaforma.
Il suo lavoro non è solo “gestire le campagne”, ma fare in modo che ogni scelta, dal tracciamento delle conversioni alla struttura degli asset , serva a migliorare la redditività complessiva.
Rivolgersi a un consulente è particolarmente utile quando le campagne sono attive da tempo ma non crescono più, quando non si riescono a interpretare correttamente i dati o quando l’azienda vuole ampliare la propria visibilità con un approccio più strategico.
In questi casi, una consulenza permette di individuare le criticità che bloccano i risultati e di impostare un piano di ottimizzazione concreto: analisi dei segnali di pubblico, revisione delle offerte, test sugli asset, gestione del budget in base al valore delle conversioni.
Un buon consulente non si limita a “fare pubblicità”, ma lavora per costruire un sistema di acquisizione stabile e misurabile nel tempo capace di generare risultati reali anche quando le logiche di Google cambiano.
Perché affidarsi a me le tue campagne Google ads
Chi gestisce campagne Google Ads sa che non esiste una formula magica: ogni attività ha obiettivi, pubblico e risorse diverse.
Il mio approccio parte sempre da qui dall’analisi. Prima di toccare una campagna, studio i dati, i comportamenti del pubblico e i punti in cui si disperde il budget.
Solo dopo costruisco una strategia che abbia senso per quella specifica realtà, non una copia di ciò che funziona per altri.
Nel tempo, questo metodo mi ha permesso di ottenere risultati concreti in settori molto diversi: turismo, ristorazione, real estate e commercio locale.
Non lavoro per “aumentare le impressioni”, ma per migliorare metriche che contano davvero lead qualificati, prenotazioni, vendite.
A differenza delle agenzie che gestiscono decine di account in modo standardizzato, seguo personalmente ogni progetto.
Questo significa che ogni campagna viene monitorata, analizzata e ottimizzata con un obiettivo preciso: far lavorare l’algoritmo a tuo vantaggio, non contro di te.
Mi piace pensare che il mio ruolo non sia solo “impostare campagne”, ma rendere Google Ads uno strumento utile e sostenibile per la tua attività.
Chi lavora con me sa sempre dove va a finire ogni euro investito e ha la certezza di una strategia costruita su misura, con una visione chiara dei risultati da raggiungere.
Se leggendo questo articolo hai capito che le Performance Max possono diventare una grande opportunità ma senti di aver bisogno di una guida per evitare sprechi e partire con una strategia davvero efficace, possiamo lavorarci insieme.
Come consulente Google Ads, analizzo personalmente ogni campagna, studio i dati e costruisco un piano su misura per il tuo business, così che ogni euro investito vada nella direzione giusta. Se vuoi capire cosa migliorare, quali segnali dare all’algoritmo e come far crescere i risultati in modo stabile, puoi richiedere una consulenza personalizzata: ti aiuterò a trasformare Google Ads in uno strumento che funziona davvero per te.










